Applicazione di metodi elettrochimici
e spettroscopici allo studio di nanostrutture polimeriche inglobanti
metalli
Le
poliammidoammine
(PAA) sono polimeri
sintetici caratterizzati da una sequenza regolare di gruppi ammidici e
amminici
terziari. In particolare, le PAA anfotere sono molto interessanti
perché
possono essere impiegate come carriers
solubili di farmaci antitumorali; infatti esse sono biocompatibili,
idrosolubili e non vengono riconosciute dal sistema immunitario (“stealth”) mentre
sono accumulate nei tessuti tumorali (“enhanced
permeability and retention (EPR)effect”).
Inoltre, in base alla loro struttura, possono essere dei buoni agenti
chelanti
per i cationi dei metalli pesanti, in particolare il Co2+(per la cobaltoterapia) e il Cu2+
(per la promozione della crescita cellulare). Di grande interesse per
le
applicazioni biomedicali si sono recentemente rivelati gli idrogeli di
PAA,
classe di materiali polimerici a struttura ramificata tridimensionale,
che si
rigonfiano in acqua senza dissolversi. Gli idrogeli di PAA sono
risultati
anch’essi biodegradabili e biocompatibili e sono attualmente in fase di
sperimentazione come scaffolds polimerici
per la rigenerazione tissutale.
Le
applicazioni
biologiche descritte sopra richiedono un’affidabile caratterizzazione
chimico-fisica
sia delle PAA solubili sia degli idrogeli di PAA.
Gli obiettivi di questa ricerca sono:
la
determinazione delle costanti
di
dissociazione dei gruppi acidi e basici deboli presenti sulla catena
polimerica (in quanto la capacità delle PAA di penetrare nelle
membrane
cellulari e di rilasciare i farmaci dipende dalle variazioni
strutturali del
polimero e quindi dallo stato di carica). Lo studio delle
proprietà acido/base
risulta essere molto complessa in quanto questi polimeri presentano in
catena
diversi gruppi funzionali acidi e basici perciò è
necessario eseguire
titolazioni potenziometriche utilizzando un protocollo rigoroso e
applicando,
per la trattazione dei dati, un metodo non approssimato quale quello
proposto
da De Levie;
lo
studio della struttura, del
numero di
coordinazione e della costante di stabilità dei complessi Men++PAA
[lineari] in quanto le numerose applicazioni biomedicali delle PAA sono
strettamente correlate alla loro capacità di complessare i
metalli (in
particolare Cu2+ e Co2+). Per determinare questi
parametri ci si propone di utilizzare tre tecniche di indagine
sinergiche: l’applicazione
del metodo di Martell, che è generale ed
applicabile a tutti i metalli, e si basa su titolazioni
potenziometriche del
legante in presenza del metallo; lo studio
voltammetrico del metallo in presenza del legante (solo per i metalli
che
presentano un picco elettrochimicamente reversibile) applicando il
metodo di Kolthoff e Lingane; la
registrazione (presso l’European
Synchrotron Radiation Facility
ESRF di Grenoble) e
l’analisi di spettri EXAFS per la determinazione della
struttura del
complesso Me2+/PAA.
la
determinazione dei parametri
termodinamici
e cinetici che descrivono l’adsorbimento di Men+
da parte degli idrogeli di PAA
in quanto le loro proprietà di scaffold polimerici sono
migliorate dalla presenza di metalli adsorbiti e
inoltre (poichè questi materiali si sono dimostrati
degli ottimi
adsorbitori), si è pensato di poterli applicare in campo
ambientale come
assorbitori/rivelatori di metalli pesanti. A tale scopo si è
pensato di
utilizzare la ciclovoltammetria in
situ di Me2+ per cinetiche e isoterme; e per
l’analisi
strutturale del sito di coordinazione verranno registrati e analizzati
spettri
EXAFS del Me2+ in fase idrogelo;
lo
studio della reattività
elettrochimica
di particolari PAA caratterizzate dalla presenza di ponti di solfuro
lungo la
catena polimerica in quanto la loro
capacità di penetrare nella membrana cellulare dipende dai
potenziali di ossidazione e di riduzione del
gruppo funzionale in relazione ai potenziali di membrana. Questo studio
verrà
condotto utilizzando come tecnica di indagine la ciclovoltammetria a
cui sarà
applicato lo studio meccanicistico dei picchi;
la
determinazione della
citotossicità di
tutte le poliammidoammine studiate (prove biologiche presso
l’Università di
Pisa), in quanto la
biocompatibilità è
una proprietà fondamentale per utilizzare le PAA come carriers
di farmaci;
infine,
si è ipotizzato di poter utilizzare le PAA
come coating di nanoparticelle di ossidi
ferromagnetici di metalli per
l’applicazione in campo medico, in
particolare per la cura dei tumori attraverso l’ipertermia, una terapia
in fase
sperimentale. Per la caratterizzazione di queste nanoparticelle
verranno
utilizzati sia metodi elettrochimici che spettroscopici.