Oggetto principale di questa bibliografia sono gli studi dedicati all'estetica musicale hegeliana, dai contemporanei di Hegel fino a oggi. Quello estetico-musicale non è certamente uno dei temi più frequentati dagli studiosi hegeliani, tuttavia i saggi dedicati a questo argomento, considerati nel loro insieme, forniscono una prospettiva interessante e originale dalla quale guardare al pensiero estetico di Hegel. Consentono inoltre di ricostruire tasselli di storia della recezione musicale, che contribuiscono a illuminare la musica di cui Hegel fu ascoltatore appassionato, soprattutto l'opera lirica del Settecento e del primo Ottocento.
Il presente è il primo tentativo di ricognizione bibliografica che, da un lato, districa, dall'oceano sterminato degli studi su Hegel, il tema musicale in modo specifico, dall'altro, esamina il materiale musicologico, alla ricerca di quelle opere che hanno dedicato qualche attenzione alla posizione hegeliana.
Le due bibliografie qui citate, Henckmann (1969) e D'Angelo (1986), che riguardano l'estetica hegeliana in generale, sono l'una ferma al 1963 e l'altra, che è relativa agli anni 1963-1983, largamente carente sul fronte musicale.
Le fonti ottocentesche si configurano come una sorta di sezione a sé stante, una registrazione delle prime reazioni all' Estetica, sempre riferite alla parte dedicata alla musica:
le indicazioni sul valore delle riflessioni hegeliane, che compaiono in due delle tre lettere del compositore tedesco Loewe indirizzate al musicista e teorico musicale G. Weber (1836, 1837);
la sintesi del capitolo hegeliano sulla musica apparsa nella «Neue Zeitschrift» a firma del critico musicale Krüger (1842), che risente dei giudizi del poeta Heine, il quale probabilmente assistette alle lezioni di Hegel;
le critiche mosse all'estetica musicale hegeliana dal padre del formalismo Hanslick (1854);
le citazioni hegeliane inserite da Liszt (1855) in un suo scritto e il capitolo dedicato a Hegel nella storia dell'estetica musicale di Ehrlich (1882).
Caso particolare è il testo di Nicola Marselli (1859), che adatta alla musica le teorie di Hegel sullo svolgimento storico.
Nel Novecento gli studi dedicati all'estetica musicale hegeliana sono più numerosi. Spiccano per completezza e livello di approfondimento Heimsoeth prima (1963) e Nowak poi (1971), che dedica un libro (l'unico di tutta questa bibliografia interamente riservato al tema in oggetto) all'indagine di ogni aspetto del pensiero di Hegel sulla musica, per poi chiarire e illustrare i legami intrattenuti con le varie altre parti del sistema hegeliano.
Altri saggi si soffermano solo sui temi che considerano centrali nella trattazione hegeliana. Uno dei più importanti riguarda la controversa natura della forma musicale (semplice architettura artigianale di suoni o manifestazione spirituale), nel suo rapporto con il contenuto sentimentale: Bukofzer (1937), Balan (1961), Billeter (1973), Wanslow (1973). Ampiamente trattata è anche l'analisi dei presupposti elementari della musica, a partire dai suoni e dalla loro natura eminentemente temporale, per arrivare al contesto armonico-tonale e alla sua interna dialetticità, e alla struttura melodica, che si muove tra la libertà del suo profilo e la necessità del rispetto delle regole armoniche: Wiora (1961), Mayer (1971), Abraham - Dahlhaus (1972).
Il pensiero di Hegel è sunteggiato e commentato in alcune storie dell'estetica musicale: Moos (1922), Fubini (1964), Dahlhaus (1967, 1988), Zoltai (1970).
Molti articoli mettono a confronto la teoria di Hegel con le riflessioni di filosofi, musicisti o musicologi contemporanei e delle generazioni vicine, evidenziando le fonti dell'estetica musicale hegeliana e le influenze da questa immediatamente esercitate: Steinkrüger (1927) su Schelling, Besser (1956) su Brendel, Mann (1962) su Heine, Lichtenfeld (1965) su Wagner, Elssner (1966) su Vischer, Rümmenholler (1966) su Hauptmann, Moscato (1973) su Schopenhauer, Karbusicky (1973) su Lukàcs, Söring (1986) su Wagner, Kulenkampff (1987) su Kant, Lazzerini Belli (1994) su Liszt e (1995) su Rossini.
Alcuni autori utilizzano parte dei motivi hegeliani come spunto favorevole all'esposizione di tesi personali, che si allontanano decisamente dall'esegesi del testo di Hegel e propongono nuovi approfondimenti: è il caso di Döderlein (1965) sul tema dell'oggettività dell'opera musicale, Ujfalussy (1965) e Brelet (1965, 1970) sul tema della temporalità musicale, Lissa (1965, 1967, 1968) sul tema dell'ascolto musicale come costitutivo dell'opera stessa.
In altri casi, certi tratti della filosofia della musica di Hegel compaiono in opere per le quali Hegel è solo uno dei punti di riferimento: Adorno (1949), Bloch (1951), Dahlhaus (1978, 1982).
Sono presenti, in questa bibliografia, anche quei saggi che mirano a mettere in luce le somiglianze tra il pensiero dialettico hegeliano e la logica interna della forma-sonata, soprattutto beethoveniana: Frömbgen-Essen (1929), Adorno (1962), Barford (1953, 1960, 1964, 1965), Gross (1971), Ballantine (1972). Sono studi decisamente collaterali rispetto all'oggetto di questa ricerca, ma diventano essenziali per impostare la questione del mancato rapporto tra due personaggi (pare che Hegel e Beethoven si siano reciprocamente ignorati), poi ritenuti così assimilabili in quanto a strutture del pensiero. Di segno opposto, ma sempre dello stesso ambito, il contributo di Psychopedis (1977), che sottolinea l'alterità tra lo "sviluppo" beethoveniano della forma sonata e la concezione hegeliana, che invece esaurisce il significato della musica strumentale nel tema, senza comprendere il libero sviluppo musicale come fine a sé.
Infine, ma non secondari, gli articoli dedicati alle esperienze musicali di Hegel, i musicisti che ha conosciuto, le esecuzioni alle quali ha assistito, le nozioni tecniche che ha appreso, una raccolta di informazioni che rende intelligibili i gusti e le preferenze di Hegel in questo campo e allo stesso tempo delinea le coordinate storiche del suo pensiero estetico: Serauky (1929), Teyssedre (1960), Hogemann (1981), Scholtz (1981), Schüttauf (1986), Lazzerini Belli (1991).
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Loewe K.
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Krüger E
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Hanslick E.
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Liszt F.
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Marselli N.
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Michelet - D'Ercole
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Ehrlich H.
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Moos P.
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Steinkrüger A.
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Frömbgen-Essen H.
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