John Alcorn | Lettering
Una mostra virtuale dedicata all'artista grafico e illustratore americano John Alcorn, realizzata per il Centro Apice dell'Università degli Studi di Milano
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Nel corso della sua carriera, Alcorn mostrò una spiccata sensibilità verso la tipografia e realizzò una grande quantità di lettere e numeri. Iniziando con il semplice lettering, espanse in seguito il suo linguaggio formale e lasciò che la sua creatività interpretasse l’alfabeto producendo svariate forme. Il materiale d’archivio include una quantità di disegni preparatori e schizzi a matita e inchiostro su carta pergamena, che testimoniano il lungo e accattivante lavoro che sta dietro alla versione finale di una scritta.

In un’epoca in cui i grafici non si servivano del computer per il loro lavoro, creare uno stile tipografico significava fare moltissime bozze e non appena raggiunta la versione finale, ritagliare le lettere con le forbici e incollarle in sequenza per formare le parole.

Possiamo far risalire l’interesse di Alcorn per la tipografia alla sua esperienza presso i Push Pin Studios, ma fu negli anni seguenti che perfezionò il suo stile. Soprattutto, la sua sensibilità fu raffinata e allo stesso tempo messa alla prova dai suoi lavori per Morgan Press, la cui collezione di rari caratteri tipografici americani novecenteschi in legno – raccolti dagli anni ‘50 in poi da Douglas e Lloyd Morgan – avrebbe contribuito in modo significativo all’eclettismo dei trend visivi degli anni ’60.

Fu Alcorn a disegnare la copertina e l’interno di svariati cataloghi Morgan Press dal 1963 in poi, chiamati Wood e Wood 2, oltre a due cataloghi illustrati nel 1964 e 1968: il primo sperimentato con variazioni decorative in stile vittoriano, mentre il secondo tracciò uno stile che si avvicinava al gusto visuale degli anni ’60, di cui Alcorn era uno degli ideatori.

Il particolare interesse di Alcorn per la tipografia si espresse eccezionalmente bene in diverse copertine di libri americane degli anni ’80 in cui, utilizzando solo il colore, raggiunse una perfetta illustrazione figurativa dei titoli, che emergono dinamicamente grazie alla completa integrazione tra parola e immagine, come in Oh! e Hell’s Bells. Analogamente, realizzò soluzioni in cui il titolo è mostrato utilizzando testo che appare animato o oggettivamente tangibile: ad esempio, le copertine inedite che disegnò per Helen Elsenbach e Luanne Rice.

Il talento inventivo di Alcorn nel creare un tipo di lettering che diventa immediatamente comunicativo è ancora più ovvio in alcune delle sue immagini pubblicitarie. Sulla copertina della rivista Chase baking, la scarpa dell’uomo d’affari è piegata per formare il segno della sterlina, mentre in quella per D&B Reports il contrasto tra la penombra di una camera da letto e il patchwork tipografico stampato su una trapunta tira fuori immediatamente, in linea con il messaggio commerciale, il supporto dato dalla banca ai bisogni finanziari della coppia.

Per immagini in cui il messaggio è meno importante, Alcorn scelse uno stile molto più libero e giocoso – come nel caso del foglio promozionale della Celesta – concependo forme che potevano quasi generare nuove parole in combinazioni sempre sorprendenti. La virtuosità di Alcorn nel far vivere lettere e numeri venne poi evidenziata dai suoi contributi per gli inserti alle guide televisive e in uno dei tanti volumi illustrati per Judith Viorst.