John Alcorn | Italia
Il periodo di Alcorn in Italia nella Firenze degli anni Settanta e il lavoro per Rizzoli
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Alcorn a Firenze, anni '70L’amore di Alcorn per l’Italia risale al 1968, quando visitò Settimo Rottaro, il villaggio contadino dove nacquero i suo nonni materni. Attraverso la scoperta delle sue origini italiane, l’artista trovò l’ispirazione e il terreno fertile che stava cercando. Dopo aver fatto due lunghi viaggi nel Paese nei due anni successivi, nel 1971 si trasferì con la famiglia a Firenze. Per oltre un anno affittò un modesto studio con vista sull’affascinante piazza Santa Croce e abbandonò le arti applicate per perseguire una carriera da pittore. Quando decise di ritornare nel mondo dell’editoria, lo fece con rinnovato vigore ed entusiasmo.

Nel 1972 incontrò Mario Spagnol, che nel 1973 gli chiese di ridisegnare una delle case editrici più importanti in Italia, la Rizzoli. Alcorn accettò la sfida e iniziò a rivoluzionare la presentazione grafica e lo stile della collana tascabile, in contrasto con una tradizione italiana sostanzialmente classica e sobria. Iniziò così una lunga e fruttifera relazione lavorativa che durò oltre un decennio.

Un’altra collaborazione di lunga durata iniziò nel 1973 con il regista Federico Fellini, che commissionò ad Alcorn la realizzazione grafica dei titoli di alcuni suoi film, tra cui Amarcord, Il Casanova e E la nave va. Secondo Fellini, lavorare con l’artista americano era una tradizione e anche una sorta di esorcismo.

Tra i lavori che Alcorn svolse in questi anni ci furono anche illustrazioni, poster e strisce di commento sociale e satira politica, in cui poteva esprimere il suo disincanto nei confronti dello status quo. Nonostante l’artista non smise completamente di accettare incarichi per lavori commerciali, divenne estremamente selettivo e accettò di tornare a questo settore solo quando un progetto era particolarmente interessante, come nel caso della campagna italiana per la Pepsi Cola e la campagna per il marchio di yogurt francese Mamie Nova.

Nel 1974 suo figlio Thomas morì tragicamente all’età di diciassette anni. Negli anni seguenti, Alcorn riordinò le fotografie in bianco e nero scattate dal figlio e nel 1976 pubblicò una monografia intitolata Thomas Alcorn, Fotografie. Poco dopo, decise di tornare negli Stati Uniti.