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§ 4.
Ruolo dell'equalizzazione

Nella fase istintiva, essa è prodotta dall'attrazione, quando, essendo quest'ultima uguale in senso ascendente e discendente, le due tendenze si neutralizzano. Il grado si colloca allora a metà dell'intervallo da riempire. Nella fase razionalista, essa traccia dei diagrammi, ricerca la simmetria e corregge all'occorrenza la realtà per farla rientrare entrare in schemi che vengano giudicati razionali. In tal modo, a Java, si equalizzeranno i 5 gradi della pentatonica per ottenerne una suddivisione dell'ottava in cinque parti uguali tra di loro (slendro). In Thailandia, si equalizzeranno i 7 gradi d'ottava da cui verrà in seguito estratta la pentatonica usuale (il che faciliterà la trasposizione su strumenti ad accordatura fissa come lo xilofono). A ciò si debbono numerosi intervalli orientali, presi dividendo in maniera uguale l'intervallo da riempire, costruito preliminarmente in maniera regolare (proprio ciò che tende a dimenticare l'Occidentale che cerca di copiarli senza comprenderne la natura).

In questo modo si troverà:

- intorno alla quinta, la «terza neutra» (un tono 3/4)

- intorno alla quarta, il «tono allargato» (un tono 1/4)

- intorno alla terza minore, lo «spondiasmo» (3/4 di tono) [6]

- intorno al tono, il 1/2 tono uguale, diverso dal semitono del circolo delle quinte o limma, che è più serrato. Lo si incontra in particolare nei diagrammi del cromatico.

- intorno al 1/2 tono, o più esattamente del limma, il quarto di tono o diesis, che tende a diventare unità di misura nell'enarmonico.

Possiamo osservare che il nostro sistema temperato, nato nel diciottesimo secolo, si è formato grazie ad un analogo razionalismo, il che non ha impedito alla musica classica occidentale, che ha rifiutato le altre forme d'intervallo, di essere costruita unicamente sulla base del diatonismo regolare del circolo delle quinte.

§ 5
Il principio di congiunzione

Senza essere assolutamente universale (sembra mancare, ad esempio, nella musica giapponese) tale principio è così diffuso che sembra essere uno dei principali denominatori comuni fra le musiche più diverse. Del resto non è altro che una applicazione particolare del principio d'attrazione.

Tale principio implica che ogni suono emesso si avvicini spontaneamente al suono più prossimo all'interno del sistema di cui fa parte; la successione che ne risulta ha carattere di risoluzione nella misura in cui traduce l'attrazione dei gradi deboli verso i gradi forti più vicini, e ciò vale in funzione della forza di questi gradi. L'arrestarsi su di un grado debole è dunque tanto più sospensivo quanto più tale grado è vicino ad uno più forte, di modo che si attenda invano che gli si ricongiunga.

a) Anteriormente all'armonia di risonanza, la congiunzione si esercita soprattutto tra note vicine della scala. Ma tra le scale determinate dal circolo delle quinte, si insinua [7] molto spesso un residuo della struttura anteriore, che provoca ad esempio una congiunzione della terza minore (tale quale si troverebbe nella tetratonica o nella pentatonica: cfr. tavola 3) oppure della quarta (incorporata nella tritonica o nella tetratonica), più raramente della quinta ( che risale alla ditonica). La terza maggiore non è mai incorporata come un intervallo non composto nel sistema del circolo delle quinte (vedi tavola): essa compare tuttavia, (raramente) quando la si superi per dirigersi verso la quinta (molto raramente verso la quarta, esclusi i casi di note scappate analizzati più avanti); gli studi in corso cercano di stabilire se si tratti di una riduzione melodica che sottintenda un grado o di un primo fenomeno di liberazione della risonanza a tre suoni: è ancora prematuro rispondere.

La congiunzione di quarta o di quinta, residuo di tutta la prima struttura, si presenta soprattutto all'inizio delle frasi (Epitaffio di Seikilos, Factus est repente gregoriano, eccetera) dove gioca un ruolo d'affermazione della struttura, contrariamente alla melodia armonica, ove ella si esprime in modo diverso (cadenza per prossimità armonica) e dove preferisce concludere la frase (J'ai du bon tabac).

Abitualmente, quando un grado viene saltato (non è il caso dei residui incorporati), la nota che lo ha scavalcato tende quasi inarrestabilmente a ritornare, sia direttamente come nella nota scappata classica[8], sia dopo un nuovo salto (doppia scappata):esempio

 

con il superamento del sol, impone la tendenza

oppure con doppia scappata

Ad esempio, nella cadenza del quinto tono gregoriano:

:

La frase accusa un residuo pentatonico, scala fa-sol-la-do. La-do è dunque congiunto, ma non fa-la, né sol - do. Note scappate semplici in *, doppie in **. La disgiunzione viene risolta dovunque.

La tensione massima (cadenza sospensiva) si manifesta soprattutto nell'arresto sul grado vicino al grado forte, come quest'ultimo che sottolinea la distensione conclusiva: esempio:

Stile Gregoriano, modo di re

Inno Nunc sancte nobis spiritus

 Sospensione - Conclusione

 

Il principio è dunque differente da quello della melodia armonica, dove la stessa coppia tensione - distensione viene prodotta dal gioco delle armonie di dominante e di tonica, che si comunicano alla melodia a seconda che tali note richiamino l'uno o l'altro degli accordi in causa : nell'esempio sopracitato, la tensione armonica proverrà dall'appartenenza del mi all'accordo di la sottinteso; ora nulla del genere gioca nella melodia pre-armonica.

b) L'armonia di risonanza aggiunge alle congiunzioni melodiche sopra citate delle particolarità che non potevano essere immaginate prima del suo ingresso. Considerando due note che appartengono allo stesso accordo come l'emanazione di uno stesso basso fondamentale, essa ne deduce queste conseguenze:

1) Identità della funzione melodica che permetta la sostituzione dell'una all'altra. Così, all'intonazione di quarta

della ditonica strutturale, essa può sostituire l'intonazione di sesta, dato che sol = sol si re, quindi sol = si = re[9]:

2) Congiunzione d'ordine armonico fra due suoni che partecipino ad un medesimo accordo, o se si preferisce d'uno stesso basso fondamentale, espresso o sottinteso che sia.

Dopo una congiunzione di ordine armonico, si ritrova abitualmente una congiunzione melodica, presa a partire indifferentemente da l'una o dall'altra delle note della congiunzione armonica (in conseguenza dell'identità del § 1). Le graffe indicano la congiunzione armonica, le frecce la congiunzione melodica.

3 ) Disgiunzioni melodiche apparenti giustificabili grazie alle altre parti, e particolarmente in rapporto al movimento del basso fondamentale.

Nell' esempio tratto da Bach, il basso sottinteso è[10]:

Tra A e B, congiunzione armonica nel basso sottinteso, e melodica tra re e mi equivalente armonico del sol; tra B e C, congiunzione melodica nel basso sottinteso; tra C e D, congiunzione melodica normale; all'interno di un medesimo accordo virtuale, abbiamo dappertutto congiunzione armonica. Qui, di nuovo, le disgiunzioni non sono che apparenti e non esistono che in rapporto alla insufficiente definizione scolastica della nozione di congiunzione.

4) Importanza crescente del valore della interpunzione [11]per quarte e quinte del basso fondamentale. Queste ultime cessano di essere comprese come un residuo di ditonico o tritonico (cfr.§5) ma diventano «un cammino armonico più breve» (Costère), derivato direttamente dall'ordine della risonanza.

Abbandono quasi totale, dal XVII al XIX secolo, di residui dei sistemi anteriori determinati dal circolo delle quinte. Sulla loro riapparizione più tarda, vedi più avanti il paragrafo Riemergere delle strutture arcaiche [§20].

 

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Note

[6] Intervallo che porta il tono a tre quarti (Plutarco: De Musica, Capitolo 11, capoverso 1135b sullo spondiasmo acuto) Cfr. Liddel -Scott Dizionario illustrato Greco-Italiano Le Monnier Firenze 1975. (nota del traduttore).

[7] Chailley utilizza il verbo glisser, da cui deriva glissement: si tratta di un gioco di parole che potremmo tradurre con scivola, ma questo andrebbe a detrimento della comprensione del testo. Il passaggio è fondamentale per comprendere la dialettica interna ai gradi della scala, ed il dinamismo interno alla dimensione melodica, in cui vi è un gioco continuo fra le tendenze imposte fra i gradi anteriori della scala e le tendenze attrattive dei gradi forti che si introducono nell'evoluzione della linea melodica. Si tratta di processi lunghi, in cui si giunge a lente stabilizzazioni, che sono il prodotto di continui aggiustamenti (nota del traduttore).

[8] Il termine indica una nota che esercita una vera e propria controtendenza del profilo melodico, che crea una tensione verso la risoluzione del profilo. Si noti che Chailley propone subito una differenziazione fra questa dinamica e quella tonale, riferendosi a due modi distinti d'intendere le funzioni delle strutture, nel passaggio da modalità a tonalità (nota del traduttore).

[9] Intesa armonicamente, la quarta è qui assunta come intervallo interno all'accordo Sol Si Re. Nella misura in cui gli intervalli adombrano una funzione armonica (accordo), intervalli appartenenti alla stessa struttura accordale sono funzionalmente equivalenti e quindi sostituibili tra di loro (nota del traduttore).

[10] Nell'esempio si rileva la coesistenza di due andamenti: quello melodico e quello armonico. Quello melodico lineare si esprime qui nel movimento indiretto Re diesis - Mi e nel movimento diretto La diesis Si, alla voce superiore. Tale movimento è contessuto con l'andamento armonico. Per comprendere meglio l'esempio di Chailley, possiamo osservare ad esempio che entro l'accordo mi sol si (il secondo accordo dell'esempio musicale), il mi ed il sol sono armonicamente equivalenti, appartengono alla stessa struttura armonica e sono pertanto intercambiabili. Tale situazione giustifica armonicamente la disgiunzione melodica apparente che sussiste, ad esempio, tra il Re diesis ed il Sol diesis della linea melodica superiore. Abbiamo qui la compresenza di due forze costruttive, che mettono capo a delle strutture relazionali, che interagiscono, secondo modalità qualitativamente differenziabili all'interno dell'intero che funge da esempio. Il fatto che l'evoluzione orizzontale della tendenza melodica venga a confrontarsi con l'organizzazione armonica, determina uno spostarsi sullo sfondo della profilatura melodica e di un emergere in primo piano del percorso tracciato dall'armonia risulta dall'interagire di due dinamismi, che esprimono differenti grammatiche dello spazio. Al tempo stesso emergono due modi diversi di relazionarsi al medesimo oggetto sonoro (Nota del traduttore).

[11] Letteralmente ponctuation, punteggiatura: l'espressione indica semplicemente che il movimento del basso è prevalentemente scandito attraverso intervalli di quarta e di quinta (nota del traduttore).


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