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Materiali per una storia delle arti della modernità

anno VIII, n. 7-8, settembre 2011


Arte, artisti e riviste


Editoriale

di Antonello  Negri

In una Berlino ancora fredda, ma con la primavera alle porte, l’alba del 15 marzo 1987 aprì una giornata di consumo artistico che avrebbe fatto invidia a Piero Manzoni.

La prima pagina della “Berliner Illustrirte Zeitung” era integralmente occupata dalla riproduzione di una Marilyn di Andy Warhol, appena morto. Benchè concentrata su un solo pezzo, la si potrebbe ritenere la più importante esposizione del pop artist americano, coerente con le sue idee sulla meccanizzazione dell’immagine artistica e con quell’utopia di un’arte di nuova specie che dall’invenzione della fotografia in avanti si era ciclicamente riaffacciata sulla scena dell’arte.

Quel ritratto fu fotomeccanicamente riprodotto in decine di migliaia di copie – la tiratura del giornale – ed effettivamente consumato da tutte le decine di migliaia di persone che comprarono la “Berliner Illustrirte Zeitung” in edicola, oltre che dagli abbonati. Riprodotta come meglio non si sarebbe potuto, in sintonia con le convinzioni del suo autore, l’immagine inventata da Warhol sarebbe stata guardata da tutti i lettori del giornale, messa in cornice da qualcuno, usata per pulire un vetro o buttata nella raccolta differenziata della carta da tanti, dimenticata dai più; da me, conservata piegata in quattro da qualche parte. Prima o poi sarebbe potuta venir buona, come sta capitando.

Adesso, infatti, quella prima pagina del giornale berlinese è una perfetta introduzione a questo settimo numero della nostra rivista, intitolato “L’uomo nero va in edicola”.

Filo conduttore ne è il rapporto tra arte, artisti e riviste e giornali, non soltanto d’arte o specialistici ma anche di grande diffusione, venduti appunto in edicola.

Come sempre, sia nella parte monografica sia nelle sue rubriche – questa volta Iconografie, Arte pubblica, Arte e produzione industriale, Mostrare l’arte, Arte e scrittura e Rarità, riscoperte, segnalazioni – “L’uomo nero” dà spazio a giovani studiosi in buona parte usciti dal nostro Dipartimento, in parte esordienti, in parte già noti ai lettori della rivista; e come sempre è lieto di ospitare interventi di studiosi affermati italiani – Zeno Birolli su Longhi e Boccioni, Giovanna Ginex su Scalarini – e stranieri: da San Paolo del Brasile è arrivato un inedito di Achille Funi, presentato da Ana Gonçalves Magalhães, collega di quella lontana Università, che di cuore ringraziamo.





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