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Esempi di prova d'esame

Questa pagina contiene il testo di quattro possibili prove d'esame. Per leggerne il contenuto, è sufficiente fare click sui collegamenti della lista che segue i capoversi di presentazione.
Di ciascuna prova si presenta dapprima il testo e, di seguito, un'esecuzione approvabile (anche se non necessariamente priva di errori e anche se migliorabile da uno o più punti di vista).
In calce alle prove e alle loro possibili esecuzioni si riporta anche un campione di Saggio breve commentato che si segnala per coerenza con il format proposto nella lezione 8 e per la validità e la correttezza dell’argomentazione sviluppatavi.

Prova A
Prova A
Prova B
Prova B
Campione di saggio breve in cinque capoversi


Prova A

Si considerino i brani in calce: si tratta di documenti che riguardano il seguente tema generale: Il mondo classico alle radici della nostra cultura.
Dopo aver valutato i documenti e scelto il tema ristretto (per esempio: Qual è per me il valore della classicità),utilizzando informazioni (dati e opinioni) contenute nei testi analizzati (ma evitando categoricamente di riusarne intere frasi o singole espressioni e proponendo comunque una tesi originale), si costruisca un capoverso di introduzione oppure di conclusione, di 100 parole, che contenga tutti i componenti tipici del capoverso introduttivo o conclusivo nello schema del saggio breve (Lezione 8).

1) Sebastiano Vassalli, Un infinito numero, Torino, Einaudi, 1999, pp. 253-254.

Timodemo aveva continuato a parlare fino a sera e io avevo continuato ad ascoltarlo e a prendere appunti, perché la sua storia mi interessava e perché alcuni dei suoi personaggi erano uomini famosi, di cui già sapevo (o credevo di sapere) molte cose, per averle lette nei libri: Mecenate, Augusto, Virgilio. Mi incuriosiva anche quella parte del suo racconto che riguarda gli Etruschi, e le ragioni del loro ostinato silenzio. Gli Etruschi, in questo nostro mondo popolato di grafomani fino dall'età della pietra, sono l'unico popolo che non ha lasciato scritto niente di sé: soltanto i nomi dei suoi morti, e qualche vaga indicazione sul modo di onorare gli dei e di prevedere il futuro. Sono riusciti a esistere, quei matti, e anzi a a prosperare e a essere felici per quasi mille anni, senza sentire il bisogno di renderci partecipi dei loro pensieri e senza mettersi in posa per noi, in quella foto di gruppo che è "la storia"! Ma quando poi il freddo della sera ha incominciato a insinuarsi dentro alle mie ossa di vivo, mi sono tornate a mente le parole che Virgilio fa dire ad Enea nel secondo libro dell Eneide, sulla notte che "scende a precipizio dal cielo" e sulle stelle che invitano al sonno. Allora ha pregato Timodemo di terminare il suo racconto e di trarne le conclusioni, se c'erano delle conclusioni da trarre. Gli ho detto: "Sto per rientrare in casa, ho freddo. Ti prego di concludere".
Lui ha alzato gli occhi e si è voltato verso di me, mi ha guardato in faccia per la prima volta. Ha scosso la testa. "Tu non rientrerai da nessuna parte, - mi ha risposto, -perché sei un personaggio del mio sogno. Sono io che tra poco riaprirò gli occhi e mi troverò di nuovo nel mio letto, in casa mia, vicino alla mia piccola Eunice. Guarderò fuori della finestra e vedrò le masse grigiazzurre degli ulivi che degradano verso il torrente Cerbalo e verso il mare. Ripenserò a quest'ultima avventura che mi è stato concesso di vivere. Velthune, dopo avermi fatto viaggiare nel passato insieme a Mecenate e a Virgilio, ha voluto mostrarmi anche il futuro: quello dei templi diroccati di Sacni, quello dove mi trovo adesso e perfino quello che verrà quando tutto sarà terminato. Il futuro dopo il futuro".
Gli ho chiesto: "Cosa verrà dopo il futuro? Tu, forse, lo sai?"
La sua risata ha turbato Il silenzio del giardino, e ha fatto trasalire gli altri personaggi che si sono voltati a guardarci.
"Tornerà il passato, - ha risposto Timodemo. - Cos'altro vuoi che succeda?".

2) Constantinos Kavafis, Poesie, a cura di G. D'Ambrosio Angelillo, Acquaviva delle Fonti, 2005.

Itaca (pagg. 29-30)

Quando tu prenderai il cammino per Itaca
augurati che la strada sia lunga,
piena di avventure, piena di insegnamenti.
I Lestrigoni e i Ciclopi,
non temerli, neppure la collera di Poseidone,
non troverai mai niente di simile sul tuo cammino,
se il tuo pensiero resta elevato, se una rara emozione
stringe il tuo spirito e il tuo corpo.
I Lestrigoni e i Ciclopi,
tu non li incontrerai, neppure l'irascibile Poseidone,
se tu non li trasporti nella tua anima,
se la tua anima non li fa sorgere davanti a te.

Augurati che la strada sia lunga.
Che numerose siano le mattine d'estate
dove - con un tale piacere e una tale gioia -
tu scoprirai dei porti che non hai mai visto;
fermati sui banchi fenici
per procurarti delle preziose mercanzie,
ambra, corallo, ebano, madreperla,
e profumi inebrianti di tutti i tipi,
i migliori profumi inebrianti che tu puoi;
visita anche molte città egiziane,
e non cessare di istruirti al cospetto di quelli che sanno.

Serba sempre Itaca nel tuo spirito.
Arrivarci è la tua destinazione finale.
Ma soprattutto non avere fretta nel tuo viaggio.
Meglio è prolungarlo per degli anni;
e non arrivare all'isola che non quando sarai vecchio,
ricco di quello che tu avrai guadagnato lungo la strada,
senza aspettare da Itaca nessun altro beneficio.

Itaca ti ha offerto questo bel viaggio.
Senza di essa, tu non ti saresti incamminato.
Essa non può darti più nulla.

E anche se è povera, Itaca non ti ha ingannato.
Saggio come sei, con una simile esperienza,
tu hai soltanto già capito ciò che le Itache significano.

3) Régis F. Martin, I dodici Cesari. Dal mito alla realtà, Milano, A. Mondadori, 1993, p. 328

I dodici Cesari costituiscono dunque un'eccezionale galleria di ritratti, della quale non si trova l'equivalente, su un periodo così limitato, né nei cinque secoli della Repubblica, né nei quattro secoli successivi del regime imperiale. Quasi duemila anni dopo, essi continuano ad affascinare letterati, romanzieri, cineasti e, di conseguenza, un pubblico abbastanza vasto che arriva fino a leggere gli autori antichi, come testimoniano attualmente le diverse ristampe in veste economica delle opere, per esempio, di Tacito e di Svetonio.
Si può ritenere che, se il pubblico si accosterà a opere più serie di quelle di cui parlavamo nelle prime pagine di quest'opera, un buon numero dei miti che circondano i Cesari scompariranno. Di fatto un'eventualità del genere è poco probabile perché, da un lato, questi testi antichi sono affascinanti e, dall'altro, il lettore ha in sé un bisogno di sogni che lo spinge ad appassionarsi a personaggi fuori dal comune, sia nel bene che nel male. Ora, questi dodici uomini, come gli eroi shakespeariani, rinviano a passioni, a comportamenti eccezionali nel sublime o nell'abiezione, nella bassezza, o nella grandezza che sono assorbiti dal nostro inconscio collettivo; essi rinviano alla complessità della personalità e, alla fine, a noi stessi.

Quesito A

Si risponda sinteticamente (massimo 5 righe) alla seguente domanda:

- Che cosa si intende per 'feedback " nella ricezione di un testo? Come varia dalla comunicazione scritta a quella orale?


Esempio di esecuzione

Introduzione

Tema ristretto: l’industria culturale oggi e i miti della classicità

Il bisogno odierno di punti di riferimento, collettivi ed individuali, porta oggi artisti, registi e scrittori a guardare al mondo classico come fonte di ispirazione per la propria produzione. Miti, eroi ed avvenimenti del passato sembrano rappresentare al meglio la nostra attualità politica e sociale, ma soprattutto le problematiche ed i sentimenti dell’uomo di oggi. La stagione teatrale milanese, le uscite cinematografiche in cartellone, lo scaffale dei best-seller in tutte le librerie italiane, mostra un interesse dilagante per la storia classica.

Quesito A

Per “feedback” in un atto comunicativo si intende la risposta del destinatario. Un testo orale viene prodotto e fruito nel medesimo momento, chi parla si può avvalere del “feedback” dei riceventi per modificare la propria strategia comunicativa (ritmo, lessico). Un testo scritto deve essere composto in modalità protettiva, immaginando un lettore modello.


Prova A

Si considerino i brani in calce: si tratta di documenti che riguardano il seguente tema generale: Passato e attualità: la conoscenza della storia come strumento di interpretazione del presente. Dopo aver valutato i documenti e scelto il tema ristretto (per esempio: La mia scelta umanistica alla luce del rapporto con la storia) utilizzando informazioni (dati e opinioni) contenute nei testi analizzati (ma evitando categoricamente di riusarne intere frasi o singole espressioni e proponendo comunque una tesi originale), si costruisca un capoverso di introduzione oppure di conclusione, di 100 parole, che contenga tutti i componenti tipici del capoverso introduttivo o conclusivo nello schema del saggio breve (Lezione 8).

1) BIANCHI BANDINELLI, Ranuccio: Introduzione all'archeologia, Roma-Bari, Laterza 1976, pag. X.

Non voglio rassegnarmi a considerare conclusa e travalicata quella civiltà nella quale il pensare storicamente era il criterio più alto del comportamento umano, perché in un prevalere del mondo che avesse per modello la tecnica io vedo un enorme pericolo per la libertà razionale dell'umano pensare e dell'umano agire. Il mondo costruito sul modello di una civiltà prevalentemente tecnica, che non ha bisogno di essere storicizzato, è retto, in realtà, dalle forze politiche che governano la tecnica. In esso, sotto forme diverse (che possono aver aspetto sociologico, psico-analitico, strutturalistico), riprendono spazio miti metafisici: quella metafisica che il pensiero storico aveva tanto faticato ad espellere dalla ricerca. Solo il pensiero storico si è opposto in passato e può opporsi in futuro ai disegni di dominio assoluto dei politici ed è segno di una percezione, anche se indistinta, di questo il fatto che le contestazioni giovanili sono internazionalmente sorte dai gruppi di studio delle scienze umane e storiche. Di ciò occorre che si prenda coscienza.

2) CHEVALLIER, Raymond: Geografia, archeologia e storia della Gallia Cisalpina, trad. A. Gattiglia e M. Rossi, Torino, Antropologia Alpina 1988, pagg. 224-225.

In contrapposizione alle Alpi, che per gli antichi Mediterranei erano repellenti luoghi in cui "il vino è assente e raro il pane", il fattore di aver dato vita ad un paesaggio antropizzato, abitato, centuriato, coltivato, e per di più a diverse varietà di piante (vigne, frutteti, oliveti dove il clima lo permette), percorso da strade, canali e acquedotti, è uno dei risultati più importanti della romanizzazione, ma anche dei più difficili da cogliere: ciò richiede l'applicazione di un'archeologia del suolo che faccia intervenire nuovi metodi di studio, che chi scrive ha già avuto la possibilità di sperimentare in diverse parti d'Italia. Gli autori antichi, interessati a questo paesaggio antropizzato più ancora che alle bellezze della natura, contribuiscono a definire gli elementi della scena. Mentre oggi i mezzi meccanici di cui dispone la "civiltà" conducono sovente alla distruzione del paesaggio, nell'antichità l'apporto umano, limitato a determinati punti-chiave, poteva giustamente passare per coronamento dell'opera della natura. Di fronte all'attuale tendenza all'uniformazione, il ritrovare su queste tracce la dimensione storica dei paesaggi di una regione può contribuire a suggerire qualche soluzione ai pianificatori contemporanei e ad evitare loro qualche errore.

3) MACNAMARA, Ellen: Vita quotidiana degli Etruschi, trad. F.R. Serra Ridgway, Roma, "L'Erma" di Bretschneider 1982, pagg. 181-182.

Anche se non è sempre facile stabilire in che direzione muovessero le correnti culturali, è pur certo che dall'esempio etrusco derivò a Roma il suo primo apprezzamento dell'arte greca; più tardi, dopo che essi ebbero conquistato il mondo ellenistico, i Romani subirono profondamente l'influenza della civiltà greca, contribuendo così a conservarla per i posteri.
È ben possibile che questi siano stati i più diretti contributi degli Etruschi alla cultura europea. Nei secoli più recenti, non fu forse pura coincidenza che la rinascita delle arti avvenne nella regione stessa dell'antica Etruria. Basta pensare al confronto tra una terracotta etrusca e la testa del San Giorgio di Donatello, o alla figura di Ade disegnata da Michelangelo derivandola da una tomba etrusca, e ricordare che Benvenuto Cellini restaurò la statua bronzea della Chimera trovata ad Arezzo nel 1553, per essere certi che gli artisti del Rinascimento non erano inconsapevoli dell'eredità etrusca: la ricchezza lasciata dagli Etruschi può ben avere contribuito a suscitare un'ispirazione nuova.

Quesito A

Si risponda sinteticamente (massimo 5 righe) alla seguente domanda:

- Che ruolo ha il destinatario nell'interpretazione del testo secondo il modello di Sabatini?


Esempio di esecuzione

Conclusione

Tema ristretto: L’importanza del metodo storico negli studi umanistici contemporanei

Come evidenziato nel corso della trattazione, non è possibile fino in fondo studiare elementi appartenenti al mondo in cui viviamo senza fissare lo sguardo anche sul loro sviluppo storico. Appare infatti utile applicare questa prospettiva storicista a diversi ambiti di studio: quello della tecnica artistica in cui c’era Bianchi Bandinelli, quello degli studi archeologico-geografici di Raymond Chevallier e quello della storia dell’arte antica di Ellen Macnamara. È dunque possibile affermare che ogni studioso umanista, me compresa, deve riuscire a guardare dietro le proprie spalle, per poter godere in modo pieno dei propri studi legati agli uomini di ogni secolo.

Quesito A

Sabatini, studiando la comunicazione secondo una logica pragmatica, attribuisce al destinatario un ruolo fondamentale: egli infatti, interpretando il testo attribuisce di fatto un senso al messaggio inviatogli dal mittente, apportando con le sue capacità ermeneutiche delle modificazioni inevitabili.Per questo Sabatini afferma che la comunicazione è interattiva necessitando dell’apporto del mittente e destinatario.


Prova B

Ciascuna delle frasi riportate di seguito può costituire la frase guida di due dei tre paragrafi centrali di un unico tipico Saggio breve in cinque capoversi. Si costruiscano i due paragrafi, sulla base delle due frasi guida date, introducendo opportuni elementi di supporto e ipotizzando una possibile transizione.
Ogni paragrafo deve contenere 100 parole.

- La costruzione del capoverso a piramide rovesciata con frase-guida è informativamente funzionale;
- Anche il lettore che non volesse completare la lettura del saggio, potrebbe farsi un'idea sufficientemente adeguata del suo significato leggendo solo le prime tre righe di testo.


Esempio di esecuzione

La costruzione del capoverso a piramide rovesciata con frase guida è informativamente funzionale; essa difatti permette un immediato avvicinarsi del lettore e una più rapida comprensione del testo stesso. L’autore, inoltre, seguendo questo schema, dispone di un sicuro mezzo per l’organizzazione e per una più chiara esposizione degli argomenti a sostegno della propria tesi; la comunicazione tra autore e lettore si rivela quindi più semplice e efficace perché più schematica e meglio organizzata. La costruzione a piramide rovesciata con frase-guida non è però utile solo all’autore del saggio, ma anche al lettore dello stesso.
Anche il lettore che non volesse completare la lettura del saggio, potrebbe farsi un’idea sufficientemente adeguata del suo significato leggendo le prime tre righe di testo. La lettura si rivela quindi più veloce e il passaggio delle informazioni più chiaro; soprattutto nel caso di saggi dal contenuto molto ricco e complesso questa struttura semplifica la comprensione del lettore introducendolo gradualmente a una precisa interpretazione del testo. Come una sorta di sintetico blueprint del capoverso stesso, la frase guida svolge un ruolo decisivo nella comprensione del significato del saggio.


Prova B

Ciascuna delle frasi riportate di seguito può costituire la frase guida di due dei tre paragrafi centrali di un unico tipico Saggio breve in cinque capoversi. Si costruiscano i due paragrafi, sulla base delle due frasi guida date, introducendo opportuni elementi di supporto e ipotizzando una possibile transizione.
Ogni paragrafo deve contenere 100 parole.

- Il testo assume significato solo in relazione al contesto in cui è prodotto ed è fruito.
- Inoltre esso deve essere dotato dei requisiti fondamentali detti "caratteri costitutivi ".


Esempio di esecuzione

Il testo assume significato solo in relazione al contesto in cui è prodotto e fruito. Non esiste testo senza contesto, in quanto il testo è l’incarnazione cronologica e spaziale del contesto. Il testo si modella in relazione al contesto in cui viene fruito (in base al quale viene scelto il modello , il registro, il tono, le pause, il timbro) e in relazione al contesto in cui viene prodotto. Nel caso del testo orale il testo viene prodotto e fruito nello stesso contesto. Il contesto entra a far parte del testo a tutti gli effetti, si arricchisce di elementi deittici che si riferiscono all’ambiente circostante. Molti dei requisiti del testo si riferiscono al contesto di fruizione.
Infatti il testo dev’essere dotato di requisiti fondamentali detti “caratteri costitutivi”. Essi sono sette e costituiscono la natura del testo. Sono: coesione, coerenza, intenzionalità, accettabilità, informatività, situazionalità e intertestualità. Sono elementi sia interni che esterni al testo.I primi due, coerenza e coesione sono interni gli altri cinque: intenzionalità, accettabilità, informatività, situazionalità e intertestualità sono elementi esterni che fanno riferimento al contesto in cui avviene lo scambio comunicativo. L’intertestualità è il carattere costitutivo che conferma il carattere di unitarietà del testo. Essa è la caratteristica di un testo che lo mette in relazione con altri testi circostanti, conferendogli elementi espliciti di chiusura e apertura.


Campione di saggio breve

La centralità della rappresentazione dei giovani in Ecce bombo di Nanni Moretti

[INTRODUZIONE]

Dopo il fortunato debutto con lo sono un autarchico, il giovane regista Nanni Moretti riesce attraverso il suo secondo lungometraggio Ecce Bombo (1978) ad affermarsi nel panorama cinematografico italiano grazie anche a un discreto successo di pubblico . Il film concentra l'attenzione sul mondo dei giovani, narrando le vicende di un gruppo di quattro ragazzi che hanno vent'anni nella seconda metà degli anni '70. Può dunque essere calzante la definizione di "film generazionale" in quanto l'analisi di Moretti indaga a fondo alcuni degli aspetti più importanti della vita dei giovani: quello delle relazioni interpersonali con i coetanei, con l'altro sesso e con la famiglia, quello del rapporto contrastato con la politica e infine quello occupazionale e lavorativo che riguarda gli studi universitari e la ricerca di un lavoro soddisfacente.

[CAPOVERSI ARGOMENTATIVI]

In primo luogo Moretti mostra i giovani alle prese con i rapporti interpersonali, sia quelli familiari, sia quelli con donne e amici, tutti egualmente caratterizzati da sterilità e mancanza di autentica comunicazione: le liasons amorose di Michele, il protagonista del film interpretato dallo stesso regista, si risolvono infatti in fallimenti che si lasciano dietro rancori e problemi irrisolti (ne è un esempio il rapporto con Flaminia, moglie dell'amico Cesare). Queste relazioni mettono in luce l'immaturità e l'egoismo del protagonista, incapace di vivere la vita, di coppia con spontaneità. Nemmeno l'amicizia si segnala come un vero momento di confronto e dialogo, nonostante l'unione dei quattro ragazzi si fondi sulla condivisione di valori ed esperienze (non ultimi gli esperimenti di autocoscienza di gruppo). La famiglia allo stesso modo non costituisce un saldo punto d'appoggio, ma rappresenta anzi lo spazio in cui più si manifesta la ribellione del protagonista; questa si rivolge (freudianamente) contro il padre e culmina con uno schiaffo dalla forte valenza simbolica che indica il rifiuto di ogni autorità.

Il cineasta di Brunico non si limita però all'analisi dei rapporti privati dei giovani, ma indaga anche il nuovo modo dei cosiddetti "orfani del sessantotto" di rapportarsi con la vita pubblica e soprattutto con la sfera politica. Dopo la delusione derivata da quella che si può definire usando una espressione gramsciana "rivoluzione mancata", i giovani hanno preso le distanza dalla lotta politica, rimanendo in bilico tra attivismo e disimpegno. Questo atteggiamento ambiguo è presente in alcune scene del film: in una di queste Michele rispolvera la sua collezione di articoli di giornale in cui a prevalere non sono argomenti impegnati, ma notizie di costume e improbabili curiosità. In un'altra sequenza Michele si rapporta con disincanto e diffidenza con la possibilità di rinnovamento del movimento studentesco, (rappresentato da sua sorella Valentina e dai suoi compagni di liceo che organizzano l'occupazione della loro scuola). Occorre però osservare che il disorientamento e la perplessità del protagonista nei confronti della possibilità di un tangibile miglioramento sociale non lo conducono mai a un atteggiamento di tipo qualunquista, contro cui si batte strenuamente nella celebre scena del "film di Alberto Sordi".

Infine Nanni Moretti non tralascia di affrontare le difficoltà, i problemi e le delusioni dei giovani che entrano per la prima volta a contatto con il mondo del lavoro, simbolo del raggiungimento della maturità e dell'età adulta. Michele è uno svogliato universitario che procede negli studi con scarsa convinzione e disinteresse e che sogna (e insieme a lui la sua amica Silvia) di lavorare nel mondo del cinema. Per fare esperienza e inserirsi in questo ambiente piegato alle logiche del mercato si trova costretto però a lavorare come aiuto regista in film erotici dal dubbio valore artistica. All'antitesi della assoluta mancanza di sicurezza lavorativa del protagonista è invece la storia di un altro dei quattro ragazzi del gruppo, Vito, impiegato parastatale che lamenta la prospettiva di una vita mediocre e senza attrattive e fantastica di gesta eroiche e ideali di un passato lontano.

[CONCLUSIONE]

Da questa breve carrellata sui temi trattati si può dunque concludere che il film di Moretti non trascura nessun ambito cruciale relativo alla vita e alle esperienze dei quattro giovani protagonisti. Proprio questo è stato un fattore decisivo per il successo commerciale del film, decretato per l'appunto dagli spettatori che si sono identificati e sentiti chiamati in causa dall'analisi del regista.

 

LEGENDA:

INTRODUZIONE: periodo di avvio / tesi / blueprint con suddivisione interna

CAPOVERSO ARGOMENTATIVO: frase guida / periodi argomentativi (l’analisi è condotta per il solo primo capoverso)

CONCLUSIONE: ripresa della tesi / ripresa del periodo di avvio


 

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