La Polifonica Ambrosiana, fondata nel 1949 e attiva fino al 1979, è stata una compagine corale molto attiva sul fronte della riscoperta in Italia di repertori corali storici.
La ferma intenzione del fondatore della Polifonica Ambrosiana, don Giuseppe Biella, animatore instancabile della vita musicale milanese, fu quella di dedicarsi al recupero di musiche a lungo dimenticate, con un’attenzione — in questo fu un vero pioniere — all’integrità testuale e alla prassi esecutiva. «Nelle trascrizioni e negli adattamenti non abbiamo toccato neppure una nota alle composizioni originali», scrive don Biella, in una nota al programma di uno dei concerti programmati dalla Polifonica nel gennaio 1952. Proprio questo atteggiamento filologico e conservativo, attesta il lavoro di don Biella e della Polifonica su una linea di avanguardia. Le partiture raccolte, trascritte e annotate costituiscono documenti importantissimi, testimonianze della fase iniziale, per l’Italia, del recupero filologico della musica antica e barocca e dello sviluppo di prassi esecutive storiche, in un’epoca in cui l’interesse per tali aspetti era al suo stato nascente.
Con la Polifonica Ambrosiana, don Biella perseguì un obiettivo preciso: rivalutare l’antico patrimonio vocale prodotto in Italia nel corso della sua secolare storia musicale. Questa specifica missione artistica ha trovato in seguito un’importante sponda nell’orchestra di un’altra prestigiosa istituzione milanese, l’Angelicum, con la quale viene stabilito un proficuo e duraturo sodalizio a partire dalla stagione 1968-69.