5. La derivazione calcolistica della scala universale


A partire da questo impianto, possiamo ora tornare sui nostri passi per rendere conto dell’ultimo importante sviluppo che abbiamo annunciato poco fa. In realtà avremmo dovuto forse riferire su di esso fin dall’inizio, in rapporto all’introduzione della «scala armonica». Infatti, mentre noi abbiamo illustrato il percorso che conduce ad essa passando attraverso la partizione degli intervalli che abbiamo chiamato primitivi, sia nell’Introduzione, sia nella Musicologia comparata sia infine nella Semantica musicale si presenta un modo di accesso essenzialmente differente che manifesta un clamoroso ritorno alla «teoria dei rapporti semplici», forzando al massimo il legame con le considerazioni aritmetico-numerologiche nello spirito delle premesse di ordine generale che abbiamo illustrato or ora. Ciò che si tenta di fare è una derivazione dei gradi della scala armonica che è in realtà riportabile ad un modello puramente calcolistico, anche se Daniélou preferisce tenere questa circostanza alquanto nascosta, proponendo una descrizione dei passi da compiere per giungere al risultato e questo stesso risultato sotto la forma di una tabella descrittiva, piuttosto che metterci senz’altro sott’occhio un algoritmo come sua origine. Come abbiamo detto in precedenza, in questa nostra esposizione abbiamo seguito un percorso tutto nostro nel tentativo di mettere ordine nella trattazione di Daniélou, sostanzialmente priva di indicazioni metodiche ed in realtà niente affatto perspicua. Attraverso questo nostro riordinamento forse si riescono a fare emergere i fili conduttori interni così come elementi per una critica che non si contenti - come spesso è accaduto - di attaccare aspetti vistosi, ma di superficie, senza arrivare nemmeno a percepire il senso complessivo dell’operazione compiuta.

Ci accingiamo così ad illustrare quella che potremmo chiamare la seconda via di accesso alla scala universale dei suoni. Essa ha come scopo di dare la massima evidenza al dominio dei tre numeri fondamentali - 2, 3, 5 - sull’intero mondo sonoro-musicale; e vi è forse modo migliore di raggiungere questo scopo che quello di mostrare che dall’impiego di questi soli tre numeri si può rendere conto di tutti gli intervalli della scala armonica? «Rendere conto» non può qui che voler dire: mostrare che tutti questi intervalli sono derivabili, nella loro esatta determinazione, a partire da una formula che contiene unicamente questi tre numeri. Impresa apparentemente disperata! Eppure...

L’idea che sta alla base di tutta la costruzione è quella di un utilizzo, per così dire, accorto del ciclo delle quinte. Poiché si tratta di tentare una vera e propria derivazione calcolistica della scala, è naturale che si pensi ad un utilizzo del ciclo delle quinte, per via dell’automatismo che lo caratterizza. Sappiamo tuttavia già che questo utilizzo dà solo valori approssimativamente simili a quelli della scala armonica. Tuttavia Daniélou nota che per i primi giri di quinte - e precisamente per i primi quattro - si ottengono rapporti sostanzialmente coincidenti con i rapporti «armonici» [38]. Si tratta allora di realizzare dei segmenti di cicli delle quinte, ciascuno che prenda le mosse da un inizio differente, ottenendo così delle «serie» di intervalli. Ogni serie sarà costituita mediante quattro quinte ascendenti e quattro quinte discendenti, ciascuna ridotta entro l’ottava, e consterà quindi di otto intervalli. Gli elementi della serie saranno di conseguenza nove. Sola eccezione è rappresentata dalla cosiddetta Serie di base in rapporto alla quale Daniélou ritiene di dover utilizzare cinque cicli di quinte sia in direzione ascendente che discendente. Si otterranno dunque undici elementi. Precisamente Daniélou propone di generare sette serie, che verranno poi combinate insieme riordinando gli elementi in ordine crescente. Il risultato finale sarà una successione di intervalli sovrabbondante rispetto ai 53 intervalli della scala armonica. Questa lista andrà dunque depurata dagli intervalli eccedenti - mentre il punto essenziale è che essa contiene tutti i 53 intervalli, e questa volta secondo rapporti esatti.

Per scendere appena in qualche dettaglio necessario per comprendere meglio la procedura adottata: anzitutto produrremo una serie che chiameremo serie di base con inizio nella «tonica» - cioè nella nota di base. Poiché si tratta di determinare una scala relativa di intervalli, possiamo dare valore 1 a questo inizio ed assumerlo come do. Si otterrà la serie di base realizzando, come abbiamo detto or ora, cinque cicli di quinte sia nella direzione discendente che in quella ascendente [39] .

Si scelgono poi due nuovi rapporti come inizi e precisamente il rapporto di 6/5 (terza minore, 316 cents) e di 5/3 (sesta maggiore, 884 cents). La ragione di questa scelta, spiega Daniélou, è che si tratta dei rapporti più semplici in cui il numero cinque appare al denominatore ed al numeratore. Così sia. Ciascuno di questi due numeri può essere elevato alla seconda ed alla terza potenza generando ciascuno due nuovi rapporti, ciascuno dei quali verrà considerato come primo elemento da cui dare origine ad una nuova serie. Di conseguenza abbiamo tre serie che hanno alla loro base l’intervallo 6/5 (e che vengono chiamate da Daniélou Serie +, Serie ++, Serie +++ ) i cui inizi saranno rispettivamente 6/5, 36/25 e 216/125) e tre serie che hanno alla loro base l’intervallo 5/3 (e che vengono chiamate da Daniélou Serie -, Serie - - , Serie - - - ), i cui inizi saranno rispettivamente 5/3, 25/9 e 125/27, questi due ultimi riportati, nella riduzione entro l’ottava, a 25/18 e 125/108. Ciascuna serie verrà generata nello stesso modo descritto sopra per la serie di base, ma con solo quattro cicli di quinte. Non sorprenderà, date le considerazioni precedenti sul rapporto tra numeri ed espressività, che a parere di Daniélou, «tutte le note di una serie corrispondono ad uno stesso genere di espressione, mentre ciascuna delle serie corrispondenti a tipi di espressione differenti. Queste serie possono dunque essere chiamate ’categorie d’espressione’ (shruti-jati-s)» [40]. Questa affermazione è interessante, non tanto per l’allusione al concetto indiano di una connotazione affettivo-emotiva delle strutture scalari, che è troppo generico per avere particolare significato, quanto per il fatto che essa mostra che queste sette serie sono, nelle intenzioni di Daniélou, qualcosa di simile a dei «modi». È possibile che la dizione di «scala modale» per la scala universale dei suoni derivi proprio da questo spunto - cioè dal fatto che essa poggerebbe su sette sequenze assimilabili a modi.

In questo grafico sono riportate le sette serie, considerando quattro cicli di quinte. I valori sono ridotti entro l’ottava e riordinati scalarmente. Daniélou intende tuttavia acquisire nella scala il rapporto 243/128 e il rapporto 256/243 (limma pitagorico), pur ritenendolo equivalente a 135/128, ed entrambi si possono ottenere solo con un quinto ciclo di quinte sulla serie di base che presenta dunque due valori in più. Le caselle barrate contengono i valori non considerati da Daniélou perché ritenuti non utilizzati nella pratica musicale: debbono perciò essere «spuntati» [41]. Per pervenire alla scala universale, si tratterà soltanto di associare in una unica lista tutti i valori dei rapporti ottenuti nelle sette serie riordinandoli in ordine di grandezza.

Scala universale generata mediante le sette serie

1, 81/80, 128/125, 25/24, 256/243, 16/15, 27/25, 800/729, 10/9, 9/8, 256/225, 144/125, 75/64, 32/27, 6/5, 243/200, 100/81, 5/4, 81/64, 32/25, 125/96, 320/243, 4/3, 27/20, 512/375, 25/18, 45/32, 64/45, 36/25, 375/256, 40/27, 3/2, 243/160, 192/125, 25/16, 128/81, 8/5, 81/50, 400/243, 5/3, 27/16, 128/75, 125/72, 225/128, 16/9, 9/5, 729/400, 50/27, 15/8, 243/128, 48/25, 125/64, 160/81

Conversione in Cents della scala universale [42]

0, 22, 41, 71, 90, 112, 133, 161, 182, 204, 223, 245, 275, 294, 316, 337, 365, 386, 408, 427, 457, 477, 498, 520, 539, 569, 590, 610, 631, 661, 680, 702, 723, 743, 773, 792, 814, 835, 863, 884, 906, 925, 955, 977, 996, 1018, 1039, 1067, 1088, 1110, 1129, 1159, 1179

Se si confronta questo risultato con quello ottenuto attraverso il metodo di partizione degli intervalli primitivi

Partizione ottenuta con la partizione degli intervalli primitivi

0,22, 41, 70, 90, 112, 134, 161, 182, 204, 226, 245, 274, 294, 316, 338, 365, 386, 408, 427, 456, 476, 498, 520, 539, 568, 588, 610, 632, 659, 680, 702, 724, 743, 772, 792, 814, 836, 863, 884, 906, 925, 954, 974, 996, 1018, 1045, 1066, 1088, 1110, 1129, 1158, 1178

si noterà che essi sono sostanzialmente equivalenti, essendo dovute le piccole discrepanze al diverso modo di approccio ed alle approssimazioni inevitabili della misura in cents. Unica eccezione il quarantesettesimo grado che presenta 1045 cents contro 1039. In effetti si tratta di due scelte egualmente possibili dal punto di vista calcolistico, dal momento che il primo intervallo corrisponde a 4000/2187 (ed appartiene alla Serie - - -) mentre il secondo corrisponde a 729/400 (ed appartiene alla serie + +).


Note

[38] Musicologie, p. 59: «Nella serie delle quinte gli intervalli al di là della quarta quinta (81/64) non sono musicalmente accettabili e tendono a confondersi con gli intervalli armonici vicini che corrispondono a relazioni più semplici».
[39] Per ottenere un ciclo in direzione discendente si opera la moltiplicazione iterata per 2/3 e si riporta il valore ottenuto all’interno dell’ottava come quarta ascendente mediante moltiplicazione per 2.
[40] Musicologie, p. 60.
[41] Il confronto va fatto con la Tav. IX, della Musicologie (p. 172 segg.), che rappresenta la sistemazione definitiva data da Daniélou alla questione. Inutile aggiungere che queste scelte non potranno mai essere realmente giustificate e sono destinate a restare del tutto arbitrarie. Si noti che la tabella di p. 62 è solo in parte depurata dei valori ritenuti non utilizzati, in parte contiene valori che poi non entrano nella scala universale.
[42] Nella Musicologie, p. 172, Daniélou propone anche le misure in cents operando un arrotondamento del comma a 20 cents e delle disgiunzioni a 32 cents. Purtroppo così facendo il tono piccolo diventa di 184 cents e la somma complessiva degli intervalli risulta essere 1204, anziché 1200....

indietro

prec.◄        ►succ.