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L'area di indagine (da Grande Atlante d'Italia De Agostini, Novara 1988)

     Il progetto di ricerca

 

 

      Il progetto di ricerca e i suoi obiettivi

 

 

 

 

 

Il territorio dell’antica colonia di Metaponto, fondata da gruppi achei intorno al 640 a.C., occupava, nel periodo di massima espansione, tra V e IV secolo a.C., un’ampia fascia della pianura alluvionale gravitante sull’arco ionico, tra i fiumi Lato a nord e Cavone a sud; si spingeva quindi nell’entroterra per una profondità di circa quattordici chilometri, giungendo a lambire i rilievi collinari all’altezza dell’attuale comune di Bernalda (MT).

Tra la seconda metà del VI secolo a.C. e il principio del secolo successivo questa ampia chora, la cui superficie era pari a circa 200 kmq, appare fittamente abitata e intensamente sfruttata a scopo agricolo. Sono infatti oltre 700 i siti, per lo più insediamenti rurali e fattorie con le relative piccole necropoli, individuati dalla missione archeologica dell’Università di Austin (Texas), che dal principio degli anni ’80 indaga, sotto la direzione di Joseph Coleman Carter, il territorio di Metaponto, con sistematiche ricognizioni di superficie seguite da mirate campagne di scavo.

Ma oltre la chora agricola, nei territori “estremi” che i Greci chiamavano eschatià, doveva estendersi un’ampia area di terreni incolti e di boschi, zone verosimilmente indivise, destinate al pascolo e al rifornimento del legname. In questi territori, dapprima certamente sotto il controllo delle popolazioni indigene, gli Enotri e i Chones citati dalle fonti, la presenza greca è meno immediatamente tangibile, probabilmente mediata da iniziali forme di convivenza e di reciproca interazione.

Accanto a insediamenti indigeni, come Cozzo Presepe, che rapidamente conquistati alla sfera di controllo greco, vengono trasformati in centri fortificati (phrouria) a difesa della chora coloniale, altri, come Pisticci e Ferrandina, entrambi sulla riva destra del Basento, paiono mantenere nel corso dei secoli la propria autonomia culturale indigena, che esprimono, oltre al resto, anche perpetrando il rito funebre enotrio dell’inumazione rannicchiata.

 

E’ proprio all’indagine archeologica di questa fascia di territorio, “oltre la chora”, che è volto il progetto di ricerca che, concordato nel corso del 2005 con la Soprintendenza ai Beni Archeologici della Basilicata, riporta l’Università degli Studi di Milano a lavorare nell’area metapontina, dopo le decennali campagne di scavo all’Incoronata di Metaponto (L'Università di Milano nel Metapontino).

Il progetto prevede di indagare, mediante sistematiche ricognizioni di superficie (la metodologia operativa), seguite - ove ritenuto necessario- da scavi, l’ampia area compresa tra gli odierni comuni di Pisticci e di Ferrandina, delimatata dai fiumi Basento a nord e Cavone a sud. Si tratta di un’area nota, sotto il profilo archeologico, solo da sporadiche informazioni e da occasionali interventi di scavo, per la quale è invece assolutamente urgente ricomporre un quadro sistematico di frequentazione e di popolamento, tramite il quale arrivare a meglio comprendere anche la natura dei rapporti tra chora e eschatià.

 

Il paesaggio, mosso dai rilievi del Monte Finese (m 412 s.l.m.) (Campagna 2006), del Monte Morrone (m 336 s.l.m.) e di Coste della Cretagna (m 408 s.l.m.) (Campagna 2007, Campagna 2008) si compone di terrazzi marini, bordati da sistemi calanchivi molto fitti e ramificati, separati da torrenti (Vella, Gruso ecc.), un tempo certamente di ricca portata d’acqua, oggi spesso miseri rigagnoli, affluenti dei ben maggiori sistemi fluviali del Basento e del Cavone. Il terreno è fortemente argilloso e spiega l’antichissima vocazione di tutto questo territorio alla produzione di ceramiche fini e di laterizi, una tradizione che a Pisticci e a Ferrandina si è conservata vivace fino a qualche decennio fa.

 

Il lavoro si articola in campagne annuali di ricognizione sistematica e di scavo archeologico, generalmente progettate nei mesi di settembre e ottobre, i più idonei anche nel rispetto del ciclo di produzione agricola di raccolta e semina dei campi.

 

 

                                                                                                  

valle del Basento, confluenza con il torrente Vella                                                                                                       campagne intorno a Coste della Cretagna

                                                                                                                                                                                      sullo sfondo Ferrandina