John Alcorn | La tecnica
Una mostra virtuale dedicata all'artista grafico e illustratore americano John Alcorn, realizzata per il Centro Apice dell'Università degli Studi di Milano
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Alcorn era un artista principalmente commerciale e per questo motivo lavorava quasi sempre su commissione. Non lavorava con una tecnica preferita o un solo stile in particolare, ma piuttosto cercava di lasciare che fosse la natura della singola sfida a determinare il mezzo che avrebbe utilizzato per realizzarla. Gran parte della soddisfazione che traeva dalla sua attività risultava dall’interazione tra i vari elementi in uno spazio specifico: la tipografia, il disegno, la pittura o la fotografia. Era la sfida di portare coerenza tra i differenti elementi che lo interessava di più come artista.

I lavori di Alcorn mostrano una naturale versatilità nell’uso di una varietà di tecniche che combinava secondo la sua attitudine personale e i bisogni specifici dell’incarico. Di fronte a una pagina bianca, poteva scegliere di tracciare semplici forme in stile collage con soli colori piatti oppure dedicarsi alla pittura, ma anche ritratti a china o disegni con l’acquerello. Quello che tutti questi tipi di lavoro hanno in comune è il suo distintivo approccio artigianale alla creazione delle immagini.

Come artista, Alcorn utilizzava tutti i sensi: non c’era nessuna divisione tra il lavoro in sé e la mente e le mani che lo creavano. Come grafico era personalmente responsabile per l’impostazione manuale della forma di ogni lettera, assicurando così un’ottimale spaziatura tra i caratteri. Se un modello di pagina richiedeva un elemento decorativo, lo elaborava da zero piuttosto che ricorrere a un motivo preesistente. Nessun aspetto del suo mestiere era troppo piccolo o incidentale per la sua considerazione.

La genesi dell’impulso artigianale di Alcorn può essere fatta risalire alle esperienze e alle sensazioni della sua infanzia. Gli anni formativi che trascorse vicino agli animali da fattoria e dell’oceano lasciarono un marchio indelebile nella sua mente. Qui stabilì un legame duraturo con la natura, che si riflesse nell’immaginario che ha creato durante la sua vita.

Per tutta la sua fanciullezza, la nonna materna rivestì un ruolo molto importante nella sua educazione. Era un’abile sarta in grado di confezionare magistralmente graziosi abiti su misura. Calma, gentile e incline a insegnare con l’esempio, impresse nel giovane Alcorn un apprezzamento per la coordinazione occhio-mente-mano che sta alla base di ogni autentica artigianalità. Inoltre, il suo esempio incoraggiò nel giovane Alcorn un profondo rispetto per gli strumenti e i materiali d’artista e ispirò un’ingegnosità che gli sarebbe stata molto utile negli anni successivi, e finì per diventare un tratto distintivo del suo lavoro.

Un’altra importante influenza deriva dal sapere che il suo nonno paterno era un fustellatore, ovvero un artigiano in grado di manipolare un sottile strato di acciaio formando curve e volute particolari per la realizzazione di macchine da taglio, utilizzate soprattutto in tipografia. Nonostante non l’abbia mai conosciuto, Alcorn conservava come immagine votiva e come testamento della traccia genetica che muoveva lui e la sua vocazione, una bella sagoma curva di metallo francese con una firma incisa elegantemente, realizzata da suo nonno nel 1927. Dipinta di nero, questa forma astratta adornò le pareti di ogni suo studio.

 

DISEGNO

Gli esercizi giovanili conservati in archivio possono essere utili per individuare i tratti caratteristici della mano di Alcorn. Un disegno a penna di un nudo seduto ne rivela l’abilità nel disegnare dal vivo. Un improvvisato biglietto di auguri per la festa della mamma raffigurante un bouquet di fiori dimostra la sua capacità di abbandonare ogni traccia di realismo in favore di un uso più gestuale di linea e colore.

 

GRAFICA

La prima edizione curata da Alcorn del Push Pin Monthly Graphic, nell’aprile 1957, rivela immediatamente il carattere distintivo della sua arte grafica. Da queste pagine movimentate emerge l’abilità di far interagire testo e immagini in estrema libertà, iniziando, in questo caso, dalla citazione di un dattiloscritto probabilmente derivante da un manuale di pesca.

 

PITTURA

Alcuni dipinti conservati dalla famiglia Alcorn evidenziano la forte passione dell’artista per la pittura. Uno di questi è l’autoritratto idealizzato, dipinto nel 1964 per decorare le pareti della casa a Ossning, in cui si rappresentò nei panni di un famoso trapezista. Un altro è il ritratto della moglie Phyllis intenta a lavare i panni, realizzato nel 1971 in Italia.

 

B & W

Una costante nella carriera di Alcorn è il disegno a china in bianco e nero. Tra tutte le discipline, la china è probabilmente considerata la più difficile, perché quello che viene tracciato non può più essere cancellato. Alcorn trovò grande orgoglio nel suo fermo dedicarsi a questa arte e assaporò le sfide che si poneva in termini di traduzione dei complessi fenomeni visuali in marchi grafici indelebili, segni o simboli.

 

STAMPA

Il carattere essenzialmente grafico delle copertine realizzate nei primi decenni della carriera di Alcorn è il risultato dei limiti imposti dal processo di riproduzione a stampa, molto prima che la stampa a colori venne adottata in larga scala. I limiti con cui gli artisti grafici dovevano fare i conti per lavorare significava dover imparare ad utilizzare un relativamente esiguo numero di colori in modo ingegnoso, sovrapponendoli in diverse percentuali per creare l’illusione di una gamma cromatica più ampia.