John Alcorn | Lo stile
La scelta dello stile e la combinazione stilistica nell'opera di Alcorn
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Alcorn era un artista versatile per natura e prodigiosamente prolifico e se ne nota l’influenza in ogni aspetto dei media a stampa. Un flusso ininterrotto di copertine, libri per l’infanzia, illustrazioni editoriali, manifesti, loghi e cartelloni pubblicitari tipici della cultura pop scorsero dalla sua mano produttiva e poliedrica.

Nonostante il suo lavoro seguisse le mode prevalenti del tempo, queste venivano poi processate con un tocco fresco e acuto e il risultato non fu mai ripetitivo. La paura di cadere nel manierismo assicurava che Alcorn pensasse allo stile non come un fine a sé stesso ma come un mezzo per un fine. Questo, insieme al suo impegno nell’accordare ad ogni incarico un carattere adatto ai suoi particolari bisogni, lo spinse ad espandere il suo vocabolario visuale.

Guardando indietro all’evoluzione del suo lavoro, si resta colpiti non solo dalla varietà di mezzi e stile impiegati, ma dalla gamma di sensibilità espresse. Egli stesso, infatti, diceva di non possedere uno stile nel senso convenzionale del termine. Ogni singolo progetto era creato pensando ai bisogni richiesti dal suo scopo commerciale e alle linee guida del cliente, il tutto combinato con il senso estetico dello stesso artista.

Alla fine degli anni ’60, Alcorn veniva identificato con lo stile psichedelico, che lui stesso aiutò a inventare e a rendere popolare durante i suoi anni ai Push Pin Studios. Il suo design multicolore celebrò l’avvento del potere dei fiori con il felice accostamento tra elementi angolari e curvilinei.

È affascinante vedere come gli ingredienti distintivi di questo stile emersero nella produzione dell’artista nel corso della decade. Man mano che le forme nel suo immaginario diventarono gradualmente più fluide ed elastiche, lo spirito del lavoro si fece sempre più etereo. Forme e colori concorrevano a realizzare la bellezza trascendentale di una natura paradisiaca e allo stesso tempo sensualmente corporea.

La sua arte era così famosa che ne risuona una scia nell’evoluzione della musica pop del periodo, più notoriamente quella dei The Beatles. Il film d’animazione Yellow Submarine è in debito con il fenomeno culturale de i Push Pin Studios, un fenomeno con cui finì per venire associata anche la visione personale di Alcorn. Alla fine degli anni ’60 l’artista utilizzò con grande effetto questo stile in una serie di annunci di grande formato per alcune tra le marche americane più rappresentative della cultura consumistica del periodo, tra cui Campbell’s Soup, Pepsi e 7Up.

Entro pochi anni, tuttavia, questo stile amorfo e popolare perse la sua freschezza, ma Alcorn lo abbandonò prima che raggiungesse il declino e iniziò a rinnovare la sua produzione cambiando fonte d’ispirazione.

Dal 1963 in poi Alcorn realizzò un calendario annuale in formato poster per la Morgan Press, che utilizzò come vetrina per esibire quelle svolte stilistiche che lo avevano soddisfatto maggiormente nel corso dell’anno. La gamma di tecniche e stili che l’artista impiegò nei nove calendari tra il 1963 e il 1971 fornisce un’immagine della sua evoluzione come artista, dagli impegnativi disegni a penna dei primi lavori fino alle successive sagome stilizzate in vari modi. Nei calendari del 1967 e 1968, Alcorn raggiunse una prima maturità stilistica, specialmente nell’uso della distorsione formale, che portò ad estremi psichedelici già nell’anno successivo.