John Alcorn | Inediti
Alcuni tra i lavori di Alcorn che non vennero pubblicati e restarono inediti
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La qualità dell’arte di Alcorn, per quanto impeccabile da un punto di vista tecnico-formale, non garantì la pubblicazione di tutto ciò che realizzò. Infatti, un numero di lavori commissionati non vennero pubblicati. In archivio sono conservate le bozze e spesso le corrispondenze che possono aiutare a rintracciare le ragioni del rifiuto nei diversi casi e le dinamiche del rapporto con i clienti. Ecco alcuni esempi.

Emblematico è il processo che stette dietro alla realizzazione della copertina per Diario dalla galera di Pietro Valpreda – l’anarchico ingiustamente accusato per il massacro di Piazza Fontana a Milano. La prima versione definitiva che Alcorn propose mostrava in modo originale un ritratto che sarebbe stato più ovviamente sovrapposto alla figura del Marchese de Sade. La proposta venne rifiutata e la copertina che venne infine pubblicata mostrava l’idea dell’innocenza di Valpreda riflessa attraverso una visuale più intima della cella carceraria.

Una situazione più complessa capitò alla sequenza di quattro manifesti politici di denuncia ai pericoli del lavoro operaio, che Alcorn realizzò nel 1972 per il Partito Comunista Italiano. Nonostante il potenziale comunicativo di questa sequenza fu riconosciuto pienamente, i manifesti non vennero pubblicati. Tuttavia, vennero in seguito esposti alla 36° Biennale di Venezia dello stesso anno.

Simile fu anche il caso del volume satirico Kid&Ketty, un altro lavoro di commento sociale in cui Alcorn espresse il suo disincanto nei confronti dello status quo. Qui l’artista interpretò un’aperta condanna dell’abuso di potere attraverso una striscia satirica esplicita e colloquiale che si scontrò con la rigidità ideologica del tempo e purtroppo non vide mai le stampe.